FONDATO E DIRETTO DA: ERALDO M. RICCIARDI

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domenica 27 ottobre 2013

Cosa sono davvero i Giochi di Ruolo?




I giochi di ruolo godono di crescente popolarità. La trasposizione cinematografica de “Il Signore Degli Anelli” prima e la rivalutazione sempre maggiore della figura del nerd poi, hanno puntato i riflettori su questo mondo che prima era riservato ad un pubblico molto ristretto e bistrattato dagli altri. Il più famoso di tutti è certamente "Dungeons & Dragons", del 1974. Ma quanti, tra i non-giocatori, sanno cos'è davvero un gioco di ruolo? Questa è, probabilmente una delle domande più difficili che si possa porre ad un giocatore.


Che cos'è un gioco di ruolo?

Per dirla in poche parole, è un gioco in cui i partecipanti fingono di essere i personaggi di una storia che essi stessi inventano mossa dopo mossa, sotto la guida di un Master (o "Narratore"). Quest'ultimo espone una situazione, mentre gli altri giocatori raccontano che cosa farebbero i personaggi che interpretano.

Un tipico tavolo durante una sessione di GRD

 Che siano, infatti, degli avventurieri il cui compito è salvare una principessa prigioniera di un drago, o uno sceriffo e i suoi aiutanti a caccia dei contrabbandieri di whisky nel selvaggio West, una squadra speciale di marines a caccia di terroristi o i ribelli di Guerre Stellari che cercano di mettere in salvo i piani della più potente astronave della galassia, lo scopo di un gioco di ruolo è quello di vivere delle avventure immaginarie. Ricordate quando da bambini fingevate di essere qualcun’altro, o magari giocavate a “guardie e ladri”? Il concetto è grossomodo lo stesso, ma si gioca attorno a un tavolo, senza bisogno di correre, saltare o inseguirsi. Un’altra similitudine possibile è quella del teatro di improvvisazione o “di canovaccio”. In questo particolare tipo di teatro gli attori non hanno la battuta da recitare, ma un copione abbozzato (il “canovaccio”). La battuta viene improvvisata al momento. Nel gioco di ruolo manca anche il “canovaccio” e il giocatore deve improvvisare la battuta rimanendo coerente con il personaggio che ha creato facendolo interagire con una particolare situazione narratagli dal master. Se un giocatore vuole che il suo personaggio compia un'azione dall'esito incerto, o il cui fallimento comporta delle conseguenze particolari (come saltare un crepaccio, lanciare un incantesimo, cercare di colpire con un’arma un bersaglio, o convincere qualcuno a rivelare delle informazioni) si ricorre in genere al lancio dei dadi. L'azione riesce o fallisce e la storia procede di conseguenza.


Ma siamo sicuri? Ne sento parlare ovunque.

Il termine gioco di ruolo è spesso utilizzato erroneamente per descrivere tre cose completamente diverse:
1) Giochi di ruolo o giochi di ruolo da tavolo, o giochi di ruolo carta e penna (da non confondere con i giochi da tavolo che sfruttano questo o quel nome di un gioco di ruolo, ma che del concetto di gioco di ruolo non hanno nulla). Sono caratterizzati da un gruppo di persone che si riunisce attorno ad un tavolo avvalendosi di supporti quali carta, matite, dadi ed eventualmente miniature.


2) Giochi di ruolo dal vivo derivati da quelli da tavolo, che impegna, in sessioni dal vivo, giocatori in costume. Durante il loro svolgimento vengono a volte utilizzate
repliche di armi e coreografie marziali, a seconda del genere. In Italia ci sono diverse associazioni di giocatori di ruolo dal vivo, alcune di queste sono in collegamento con altre associazioni in altri paesi, creando così una sorta di rete internazionale di giocatori di ruolo dal vivo.


3) Giochi di ruolo online, la versione a distanza dei giochi da tavolo, dove i giocatori usano mezzi come chat , video chat ed e-mail per comunicare e costruire la storia.


4) Videogiochi di ruolo, da giocare in singolo o multi giocatore. Sono giochi per computer ispirati al gioco di ruolo. E’ bene chiarire fin da subito che la definizione Gioco Di Ruolo che accompagna quasi tutti i videogiochi è una forzatura. In un gioco di ruolo il giocatore gestisce il personaggio, decide cosa fargli fare e dire, ma soprattutto lo interpreta, dandogli un carattere ed una personalità. In un videogioco di ruolo quest’aspetto a volte non è minimamente presente o blandamente accennato. Solitamente l’aspetto di gestione del personaggio riguarda quasi esclusivamente la gestione delle caratteristiche finalizzate a rendere il protagonista più forte in combattimento. Per quanto alcuni videogiochi utilizzino sistemi di gestione delle caratteristiche più o meno fedeli a questo o quel gioco di ruolo (tipicamente Dungeons & Dragons), la libertà di azione garantita ad un giocatore di ruolo non è nemmeno pensabile in un videogame. Dei videogiochi di ruolo fanno parte i MMORPG (Massively Multiplayer Online Role-Playing Game), videogiochi di ruolo online dove il personaggio creato dal giocatore interagisce con molti altri partecipanti e si sviluppa in un mondo virtuale permanente gestito su Internet.


Ovviamente il gioco di ruolo di cui si parla in quest’articolo, ovvero l’unico che merita questa denominazione, è quello della prima categoria.

Quindi non serve il computer?

No. Alcuni master utilizzano il computer, ma questo è solo uno strumento di supporto accessorio, necessario se si vuole evitare di scrivere gli appunti di un’avventura su carta, o magari per eseguire delle musiche di sottofondo alla narrazione.

Chi vince?

La risposta a questa domanda lascia spiazzati la maggior parte dei non-giocatori. Non vince nessuno. È un gioco di narrazione e di cooperazione. Si può considerare una vittoria il raggiungimento di un particolare obiettivo dei giocatori (gli avventurieri salvano la principessa, ad esempio) ma subito dopo gli stessi personaggi potrebbero essere coinvolti in altre avventure. Lo scopo è divertirsi a inventare tutti insieme una storia.

E il Master gioca contro il gruppo?

No. Il master (chiamato anche narratore, custode, arbitro, dungeon master o regista), ha il compito di descrivere le situazioni, creare la trama della storia, e gestire i personaggi non giocatore (cioè tutte le "comparse" della storia, quei personaggi che non sono impersonati dai giocatori).

È vero che il gioco di ruolo dura anni?

Facciamo un paragone tra un gioco di ruolo e una serie televisiva. Ogni puntata dura generalmente dai 20 ai 40 minuti, la stagione qualche mese, l’intero telefilm diverse stagioni negli anni. Allo stesso modo un’"avventura" può essere risolta in una o più “sessioni”, generalmente della durata minima di un paio d'ore. Ma i giocatori potrebbero aver voglia di non abbandonare i loro personaggi e decidere di continuare ad interpretarli per una nuova “avventura” per affinare o far evolvere i tratti psicologici, rendendoli più ricchi di sfumature. Una serie di “avventure” collegate da una trama più ampia prende generalmente il nome di “campagna”. Possiamo quindi azzardare una sorta di conversione. Episodio=Sessione, Stagione=Avventura, Telefilm=Campagna.

"Magic - L'Adunanza®", e gli altri giochi simili, sono giochi di ruolo?

No, sono giochi di carte collezionabili. In comune con i giochi di ruolo hanno spesso un'ambientazione fantastica, ma nulla di più. Non si creano storie, non si interpreta un ruolo e si gioca per vincere.

I libri-gioco sono giochi di ruolo?

No. Sono racconti in cui ogni tanto si chiede al lettore di compiere una scelta: la storia prosegue in modo diverso, su pagine differenti a seconda di ciò che decide il lettore-protagonista. Al di là delle somiglianze, i libri-gioco si leggono da soli, e scegliendo fra due o più alternative prestabilite; il gioco di ruolo, invece, si fa in gruppo, e ciascuno sceglie liberamente le mosse e le azioni del suo personaggio e le interpreta.

È vero che molti enti pubblici inseriscono il gioco di ruolo tra le loro attività?

Sì. Perché è un gioco socializzante. E perché sviluppa la creatività e la fantasia. In Italia il gioco di ruolo viene impiegato da unità Scout e persino da alcune società di selezione del personale. Molte biblioteche, poi, ospitano e organizzano attività di gioco di ruolo perché sprona alla lettura. I giocatori si documentano per definire meglio le ambientazioni del loro gioco preferito, o leggono i romanzi cui esso è ispirato o libri che nulla hanno a che fare con il gioco di ruolo o una particolare ambientazione solo per trarre spunto per un futuro personaggio. Gli appassionati di giochi di ruolo, risulta da numerose ricerche sul campo, leggono mediamente molto di più dei loro coetanei. Per lo stesso motivo diverse scuole elementari e medie, sia inferiori che superiori, hanno utilizzato il gioco di ruolo nell'ambito dei loro programmi didattici. Il gioco di ruolo è assai adatto perché insegna a raccontare, a coordinare la propria creatività con quella degli altri. L'uso dei dadi abitua poi a stimare le probabilità di uscita di certi numeri o combinazioni, e dunque introduce a una certa dimestichezza con il calcolo delle probabilità. Molti Narratori amano inserire nelle loro avventure enigmi o problemi da risolvere, stimolando così le capacità logiche dei loro giocatori. Come se non bastasse,gli appassionati comprano spesso i giochi di ruolo stranieri prima che vengano tradotti in italiano, esercitandosi, così, nella lettura dell'inglese, e talvolta del francese, del tedesco o dello spagnolo. Come ogni buon romanzo o film, infine, un buon gioco di ruolo di
ambientazione storica o letteraria, e ce ne sono diversi, può insegnare, divertendo, le più svariate nozioni e conoscenze.

Insomma, il gioco di ruolo si rivolge soprattutto ai ragazzini?

No. Ci sono giocatori di tutte le età: bambini che non hanno ancora imparato a leggere, adolescenti, adulti, anziani. Comunque i Narratori hanno, di solito, non meno di 10-12 anni e la maggior parte dei giocatori di ruolo inizia nel periodo delle medie superiori.

Sono costosi, i giochi di ruolo?

No. Ci giochi di ruolo gratuiti e distribuiti su internet. In media un manuale di un gioco di ruolo ha un costo che si aggira tra i 20 e i 40 euro (meno di un qualsiasi videogioco). Il costo dipende dalla lunghezza dei regolamenti, dalla ricchezza di dettagli sui "mondi" storici o fantastici in cui le avventure sono ambientate. Bisogna tener presente che un gioco di ruolo richiede quest’investimento solo all’inizio. Lo stesso manuale si può usare per anni inventando storie sempre nuove e senza costi aggiuntivi se non quelli di qualche penna, matita o foglio di carta. Nonostante il proliferare di manuali di espansione che caratterizzano alcune edizioni di giochi di ruolo, questi non sono affatto necessari.




20 Daddy


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